Tre rondini mi danzano davanti agli occhi, mentre il sole buca le ultime ostinate nuvole del crepuscolo, sembrano solcare mari invisibili e onde a noi sconosciute; rincorrono linee disegnate da un vento mai stanco, sospese surfano su tavole di luce, come se il finire del giorno le chiamasse a dare spettacolo.
Le tre rondini diventano quattro, poi cinque, poi sei; ignare ballerine dei cieli, nessuno è ora più leggero di voi; io mortale essere insignificante vorrei essere voi, libero e felice, solcare fiumi invisibili come voi, instancabili, irraggiungibili; perfette figure di un Dio che sapeva esattamente dove mettere la vostra grazia. E io umile statua di carne vi invidio libere creature; io posso solo guardarvi, perfette, semplici e giocose; sfuggenti segni neri del cielo inconsapevolmente belle voi, danzate sopra questo piccolo uomo.
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