mercoledì 13 luglio 2011

Donna

Donna, sei dolce come il respiro di un bambino addormentato, come vento notturno d'estate; sei il cielo dei miei pensieri amor mio, luminoso e infinito di giorno, nero e perduto nella notte.

La tua voce, le tue fresche risa sono l'acqua che mi disseta, la tua pelle liscia come ciottoli di fiume posso solo immaginarla, i tuoi occhi amore, come perle, profondi come pozzi dove getto il mio cuore, ma non mi torna alcun suono, fili di grano maturo avvolgono il tuo viso

Mi lascio investire dalle tue parole, sei un fiume in piena fermarti è un delitto, ascolterei per ore la tua voce, i tuoi discorsi, che siano leggeri e giocosi come rondini, o profondi e pesanti come gioghi.

Amore vorrei essere nei tui giorni, vorrei che tu fossi nei miei.

Ti attendo in eterno Luna bianca, appesa al filo della mia mente, nascosta come brace sotto la coltre dei miei pensieri, vengo verso quella brace a scaldarmi le mani nell'inverno della mia tristezza.

Non ti avrò, non mi avrai, eppure esistiamo, anche solo un'istante, come la farfalla esiste un giorno, ma la sua bellezza è ben salda nella nostra mente.

Ti inseguo nella notte, come da bambino inseguivo le lucciole d'estate, innamorato allora della stupore di così tanta meravigliosa impossibile natura; così inseguo te, mio sogno, mio unico impossibile tormento.

venerdì 8 luglio 2011

L'anima esposta

Ho l'anima esposta, come dischiusa, come un frutto maturo espone la sua polpa.
Mi sento Medusa senza forze tre le onde del mare, spiaggiata, confusa, vicina alla morte.

Ho l'anima esposta, come una ferita aperta, sanguinante, rossa come rosa purpurea.

Ho l'anima esposta al vento dei pensieri, vorrei essere dovunque la mia mente mi porta e forse sarà così dopo aver lasciato questo scrigno di carne, ossa e cervello

Ho l'anima esposta ai sentimenti, emotivamente perso nel mare di chiunque abbia voglia di trovarmi.

Ho l'anima esposta e allora la vomito quest'anima maledetta...rinchiusa, urla e sbatte, vuole andarsene, vuole perdersi.

La strizzo la spremo, filtro attraverso lei il sale degli occhi, come non avessi fatto altro mai.
Ho l'anima esposta si, ma io non ho paura di esporla, la stendo al sole come un lenzuolo, la strappo come carta sottile, leggera; la getto poi nel vento, dopo che queste lacrime diventate inchiostro hanno lasciato su di lei il segno, e ora vola nel vento come un puzzle incompresibile, persa per sempre.

Ho l'anima esposta e non ho paura.

Follemente innamorato

Mi maltratti maledetta, ti fai attendere e io fermo davanti a te goloso al tuo passaggio.

Sei inaspettattamente bella, ritrovata da poco pur avendoti avuta sempre davanti agli occhi. Mi onora possederti, sapendo che te ne andrai, sei ancora più succosa, mi lascerai un giorno, così come sei arrivata, all'improvviso! Con due sberle e un pianto.

Ma ora che ti conosco meglio, che ho compreso le tue radici, ti AMO sempre più, ti desidero, desidero scorrere nei tuoi giorni, sentire il tuo scorrere dentro me.

Pur non potendo goderti appieno, non posso non desiderarti e volerti bene.

Sei ovunque intorno a me.

lunedì 4 luglio 2011

Libere Creature

Tre rondini mi danzano davanti agli occhi, mentre il sole buca le ultime ostinate nuvole del crepuscolo, sembrano solcare mari invisibili e onde a noi sconosciute; rincorrono linee disegnate da un vento mai stanco, sospese surfano su tavole di luce, come se il finire del giorno le chiamasse a dare spettacolo.
Le tre rondini diventano quattro, poi cinque, poi sei; ignare ballerine dei cieli, nessuno è ora più leggero di voi; io mortale essere insignificante vorrei essere voi, libero e felice, solcare fiumi invisibili come voi, instancabili, irraggiungibili; perfette figure di un Dio che sapeva esattamente dove mettere la vostra grazia. E io umile statua di carne vi invidio libere creature; io posso solo guardarvi, perfette, semplici e giocose; sfuggenti segni neri del cielo inconsapevolmente belle voi, danzate sopra questo piccolo uomo.

venerdì 1 luglio 2011

Fiore di ghiaccio...

Sei un fiore di ghiaccio, fermata da un inverno troppo lungo, colpita da un dolore troppo grande; cristalli di neve sul tuo cuore, brina leggera copre la tua dolce anima.

Ma sei viva, dietro al freddo vetro che ti protegge scorgo una piccola fiamma accesa, debolmente prova a ritrovare ossigeno per crescere e scaldarti da dentro.

Lascia che le mie mani giunte ti avvolgano, lasciami soffiare un po' di speranza su questa piccola fiamma lenta.

Non assuefarti al freddo inganno, non ti chiedo di farlo in fretta, usa tutto il tempo che ti serve; il tempo è buon legno da ardere e brucia piano, consuma pure tutte le lacrime è nel tuo diritto, ma lascia una tenda scostata, in modo che un raggio di sole raggiunga il cuore di quel fiore di ghiaccio.

Quel fiore tornerà a crescere con i colori che vorrai; certo non cancellerà il passato, ma lo coprirà di verde e di profumo e la terra prima fredda sotto i tuoi piedi tornerà a scaldare e allora in molti vorranno avvicinarsi al tuo fuoco e in molti guarderanno il nuovo tuo sorriso brillare.

Quel giorno non avrai più bisogno dei miei sospiri, aprirò le mani e lascerò la fiamma libera e vivace; rimarrà sul palmo delle mie mani solo il tuo calore, così che, se l'inverno proverà a scendere sul mio nuovo cuore, ci passerò le mani sopra e ricordandoti, quell'inverno se ne andrà.